Correva l’anno 303 d.C. quando nell’Impero romano si decise di preservare la tradizione religiosa nella sua forma più ortodossa mediante una revoca dei diritti dei cristiani, attuata tramite una serie di editti promanati dai tetrarchi: il forte desiderio di Diocleziano di ergersi come difensore delle istituzioni romane e della tradizione religiosa per restituire all’Impero l’aura della gloria trascorsa ne fece un accanito persecutore dei cristiani.
Il giorno 7 del mese di ottobre dell’anno successivo, secondo una tradizione consolidata, Giustina da Padova fu fermata dai soldati dell’Imperatore in prossimità del Pontecorvo -sito in prossimità della porta patavina cinquecentesca dedicata a Bartolomeo d’Alviano- per via della sua confessione cristiana. Rifiutando l’abiura in favore dei culti pagani, fu prontamente condannata a morte e martirizzata.
Sulla tomba di Santa Giustina fu fondato già nel VI secolo un primo santuario e oggi le sue spoglie riposano sotto l’altare maggiore della basilica padovana a lei dedicata.
Il culto della Santa s’ammantò di ulteriore, importante significato per la cristianità quando il 7 ottobre 1571 -giorno della festa a lei dedicata in memoria del martirio- la flotta navale della Lega Santa, capitanata da Don Giovanni d’Austria, sconfisse in un’epica battaglia navale la flotta ottomana, nel tentativo di contrastare l’espansione della Sublime Porta in un Mediterraneo che però, per via della recente scoperta delle Americhe, stava vedendo progressivamente erosa la sua centralità nei grandi traffici e commerci marittimi.
Questo accadeva esattamente 450 anni or sono.
La Lega Santa era stata voluta da papa Pio V come mobilitazione dei sovrani cristiani, chiamati a difendere militarmente la città veneziana di Famagosta, sita sull’isola di Cipro e posta sotto attacco ottomano.
La Serenissima e la Spagna di Filippo II, tradizionalmente poste su piani antitetici, risposero immediatamente all’appello, cui via via si aggiunsero le repubbliche di Genova e Lucca, i ducati di Urbino, Parma, Mantova, Lucca, Ferrara e Savoia, il Granducato di Toscana e i Cavalieri di Malta.
Lo sforzo militare fu supportato anche dall’avanguardia tecnica schierata dalla coalizione cristiana che, in mare, prevalse sull’avversario.
Molte città di mare sotto l’egida veneziana contribuirono allo sforzo militare in vario modo: tra queste, Capodistria, che inviò alla battaglia delle Curzolari una galea denominata ‘Liona con Mazza’, comandata dal conte Gian Domenico Tacco, in qualità di sopracomito.
È comprovato, anche a seguito degli accurati studi del professore capodistriano Giuseppe Vatova condotti sui libri della Cancelleria del Sindacato de’ Consigli , che la cosiddetta ‘Colonna di Santa Giustina’ del 1572, collocata dall’anno 1934 in piazzale Carpaccio a Capodistria, risulti essere il monumento eretto a ricordo della partecipazione alla battaglia delle Curzolari della città, festeggiata annualmente con solenne cerimonia religiosa sino all’ anno 1735.
Nell’epigrafe si può ancora leggere
Ad Andrea Giustinian che, pretore in anno sommamente glorioso per la vittoria sui Turchi nel Golfo Ambracio, detta delle Curzolari, come si faccia e a vincere sé stesso e a ben capitanare gli altri, ai Giustinopolitani con l’esempio suo proprio insegna
La statua collocata alla sommità della colonna è probabilmente posta in correlazione con la casata veneziana dei Giustiniani.
Il fanale della ‘Liona con Mazza’ è visibile oggi presso l’ antisala dedicata al collezionista triestino Giuseppe Caprin, presso il Castello di San Giusto, a Trieste.
Approfondimenti:
La Battaglia delle Curzolari
La Battaglia di Lepanto raccontata da Alessandro Barbero
La colonna di Santa Giustina eretta dai Capodistriani ad onore del loro podestà Andrea Giustinian,ed a ricordo della vittoria di Lepanto con molte digressioni e vari documenti
Pagine dedicate alla Marina Militare e Mercantile ed alla marineria etnica e storica
Il fanale turco di Lepanto
Il restauro del fanale turco