Nell’ambito della manifestazione FISH VERY GOOD 2023, che si terrà a Marano Lagunare il 26, 27 e 28 maggio, segnaliamo che sabato 27, alle ore 16.00, presso la Pescaria Vecia, l’archeozoologa Gabriella Petrucci terrà la conferenza dal titolo “Pesci e molluschi dal mare di 2000 anni fa. Lo sfruttamento delle risorse marine nell’alto Adriatico in età romana”.
Presso il MuLa – Museo Archeologico della Laguna di Marano, l’associazione ha allestito un ambiente riproponendo alcuni pannelli della mostra ‘Un mare di Risorse‘, che saranno illustrati ai visitatori.
Qui, il programma completo della manifestazione, sulle tre giornate.
Da venerdì 12 agosto, presso il MuLa – Museo Archeologico della Laguna di Marano, sarà possibile visitare la mostra a ingresso libero “Regolazioni per li Pescattori – la pesca fra ‘400 e ‘700 nelle lagune di Marano e Grado, regole e privilegi”. La mostra, voluta dal Comune di Marano Lagunare in collaborazione con il MuLa – Museo Archeologico della Laguna di Marano, la Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia e l’associazione culturale Lacus Timavi, affronta il secolare problema -ancora non completamente risolto- dei confini lagunari tra Marano e Grado, illustrando regole e privilegi per i pescatori e commercianti (Statuto dei pescatori e lettere ducali del doge di Venezia).
La curatrice, l’archivista storica Sabrina Valent, per allestirla ha selezionato una serie di documenti provenienti dall’archivio storico di Marano Lagunare.
Tra questi, la sentenza 14 ottobre 1452 del Consiglio dei Dieci di Venezia e la cosiddetta Terminazione Capello: un’ampia sentenza, tracciata su un’imponente pergamena, che prende il nome dal celebre magistrato veneziano che la emanò, insieme al Senato, il 29 ottobre 1604 e che riprende e integra la precedente.
A completare il quadro sono esposti alcuni capitoli estratti dal trattato 11 aprile 1753 tra Venezia e Austria inerenti ancora la divisione e l’uso delle medesime acque lagunari.
Si possono ammirare inoltre: il primo Statuto dei pescatori di Marano risalente al 1769 che regolava in modo sistematico la vita nella Comunità e l’attività della pesca, alcune lettere ducali (cinque/seicentesche) inerenti controversie tra gli abitanti e i soldati veneziani presenti sul territorio, privilegi ed esenzioni indirizzate a pescatori e commercianti e, infine, un interessante proclama a stampa, datato 1670, del doge di Venezia in materia di commercio del pesce, dazi e contrabbando.
L’associazione culturale Lacus Timavi contribuisce a questa interessante iniziativa sia in virtù della perdurante collaborazione con il MuLa, sia mettendo a disposizione uno storico espositore un tempo in uso al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.
Mercoledì 10 agosto, in occasione della festa triennale dedicata alla Beata Vergine della Salute di Marano, sarà presentato a il Dizionario di toponomastica della laguna di Marano Lagunare, a cura di Maria Teresa Corso, studiosa e ricercatrice della storia, dei costumi e delle tradizioni della comunità maranese.
La presentazione si inserisce nel corollario al concerto del pianista Paolo Zentilin, con inizio alle ore 20.30 in Piazza Frangipane a Marano Lagunare, quando sarà presentato l’album dedicato a Giustini.
La festa triennale dedicata alla Beata Vergine della Salute, le cui radici si fondono con l’omonima festa di Venezia da cui, nei secoli XVII e XVIII si è propagata la devozione nei territori della Repubblica.
A causa delle innumerevoli epidemie che interessarono la cittadina -una delle quali indusse l’abbattimento della cinta muraria per evitare ristagni d’aria malsana- la fede mariana attecchì particolarmente e oggi questa festa rappresenta un partecipato momento di ritrovo della comunità e di perpetuazione della tradizione.
Per il MuLa – Museo Archeologico della laguna di Marano si prospetta un futuro estremamente interessante, stante l’ipotizzato cambio di sede, dall’attuale biblioteca al centrale e prestigioso Palazzo dei Provveditori, nel cuore della suggestiva Marano Lagunare.
Qui sotto, l’articolo a firma di Monika Pascolo, comparso su ‘La Vita Cattolica‘ del primo settembre 2021.
La mostra archeologica ed etnografica ‘Un mare di risorse. Lo sfruttamento dell’ambiente marino nell’Alto Adriatico tra archeologia ed etnografia‘ è visitabile con un approfondimento guidato a cura della dott.ssa Paola Maggi, archeologa e responsabile scientifica del progetto. Alla visita guidata parteciperanno, per illustrare la sezione archivistica e la parte sul casone, anche Sabrina Valent e Maria Teresa Corso.
Le visite guidate gratuite si terranno mercoledì 11 agosto, alle ore 19:30, 20:30 e 21:30, presso la Casa della Musica, di piazza Biagio Marin, 2, a Grado.
Per potervi partecipare, è necessario prenotarsi scrivendo a info@lacustimavi.it o contattando il numero 328 205 62 48 (anche Whatsapp).
Per poter accedere alla sede espositiva, come da recenti disposizioni governative, è necessario munirsi di Green Pass.
In un maggio inoltrato di qualche anno addietro si è deciso d’inaugurare con una gita in barca una stagione balneare che si preannunciava promettente.
Come meta, i banchi sabbiosi litoranei che da Grado, con intermittenza definita da mareggiate, canali lagunari e dal costante lavorio dei venti, definiscono il paesaggio costiero sino a Lignano.
Durante la passeggiata sul bagnasciuga cesellato da ogni storia che il mare può raccontare, una singolare sagoma rotondeggiante catturò immediatamente l’attenzione: non si trattava certamente d’una geometria studiata dalla natura.
Liberando l’oggetto dall’abbraccio sabbioso, grande fu lo stupore quando si capì di trovarsi al cospetto d’un manufatto sicuramente non recente.
Dopo averlo consegnato alla conservatrice del Museo Archeologico della Laguna di Marano per esaminarlo, si scoprì che avevamo fortuitamente rinvenuto un boccale in ceramica ingobbiata invetriata e dipinta, decorato a motivi floreali e vegetali, databile al XVII-XVIII secolo.
Un piccolo-grande ritrovamento che restituisce l’emozione e il senso della scoperta di un oggetto del passato e che prossimamente sarà musealizzato.
L’articolo comparso sul quotidiano Il Piccolo, a firma di Alex Pessotto, sulla nostra mostra di Grado, visitabile ogni giorno fino al 15 agosto, dalle 19 alle 22.30 (ingresso libero) presso la Casa della Musica -Piazza Biagio Marin, 2.
Visitando i tre piani espositivi della Casa della Musica di Grado, ove reperti archeologici e manufatti antichi dal I secolo a.C. in poi sono affiancati a beni etnografici risalenti a tempi recenti, è possibile identificarne elementi di continuità e specificità e tratti condivisi tra realtà limitrofe e trovare risposta a domande ai tratti accumunanti della pesca di ieri e di oggi.
Come si allevano pesci e molluschi? Quali ulteriori usi hanno questi ultimi, oltre a quello alimentare? Come è cambiata l’alimentazione basata sui prodotti del pescato? Qual è la valenza simbolica degli organismi marini? Com’è il mestiere del pescatore? Questi sono solo alcuni dei quesiti che la mostra può soddisfare, accompagnando il visitatore in un continuum di emozioni e scoperte.
L’itinerario di visita propone difatti testimonianze di vario genere e di significativa rilevanza provenienti dagli scavi di alcune delle ville romane costiere e del centro storico di Trieste, dal relitto della nave da pesca e mercantile battezzata Iulia Felix rinvenuto al largo di Grado alla zona di Aquileia.
Sono esposti alcuni modellini di imbarcazioni sia antiche che moderne provenienti da vari musei tra cui quello etnografico di Ljubljana e delle immagini votive marinare provenienti dal museo del mare di Pirano/Piran.
Al terzo piano sono esposti alcuni documenti provenienti dall’archivio storico comunale di Marano Lagunare, risalenti al periodo della dominazione di Venezia che raccontano storie di pesca e pescatori, di dispute tra Grado e Marano e di regolamenti della pesca in laguna, oltre a fornirci interessanti toponimi lagunari.
Infine, di grande suggestione, è la ricostruzione dell’interno del cason, la tipica abitazione dei pescatori di laguna.
La visita si conclude al terzo piano, con al proiezione di alcune immagini storiche provenienti da diverse collezioni e quella di un documentario sulla vita nella laguna di Grado, sulle tradizioni pescherecce e sul divenire delle stesse, in un racconto che parte da Aquileia romana e giunge sino al contemporaneo.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dalle 19:00 alle 22:30, presso la Casa della Musica di Grado. Per maggiori informazioni: https://bit.ly/3ArRC2F.
Venerdì 2 luglio 2021, presso la Casa della Musica, nel centro storico di Grado [Piazza Biagio Marin,2], sarà inaugurata alle ore 19.00 la mostra archeologica ed etnografica Un mare di risorse. Storie di pesca e pescatori nell’Alto Adriatico dall’età romana al Novecento, che sarà visitabile fino al 15 agosto 2021 tutti i giorni con orario 19.00-22.30.
Il Progetto
Il progetto da cui nasce l’iniziativa è incentrato sul tema della pesca e delle altre forme di sfruttamento delle risorse marine dall’antichità ai giorni nostri. L’intento è quello di valorizzare e divulgare il patrimonio delle conoscenze, dei saperi e delle tradizioni legate a questo tema nell’area adriatica nordorientale mettendone in evidenza specificità, continuità e tratti condivisi tra realtà limitrofe.
La mostra intende far immergere il visitatore nel mondo della pesca e dei suoi valori negli ultimi duemila anni, in un continuo viaggio tra passato e presente. Il racconto si focalizza sull’area nordadriatica, dalle Lagune di Marano e di Grado a Pirano, caratterizzata da una grande varietà di habitat e di paesaggi.
L’itinerario di visita illustra la pesca e le altre forme di utilizzo delle risorse marine del nostro mare in epoca romana e medievale mediante l’esposizione, da un lato di reperti archeologici (resti di pesci e molluschi rinvenuti negli scavi, strumenti, contenitori…) che ne danno testimonianza diretta, dall’altro di manufatti antichi che documentano iconograficamente gli aspetti legati a quest’attività (mosaici, oggetti d’uso comune e oggetti preziosi quali gemme e ambre). Al contempo le medesime tematiche vengono trattate anche per l’età moderna e contemporanea tramite la presentazione di beni etnografici rappresentati da strumenti, oggetti, fotografie; in questo caso costituiscono una delle “voci narranti”anche alcuni interessanti documenti appartenenti all’Archivio Storico del Comune di Marano Lagunare.
Nel corso dei millenni le tecniche di pesca sono divenute via via più elaborate anche grazie alla realizzazione di strumenti più efficienti, mantenendo tuttavia una forte aderenza ai caratteri della tradizione. Oggi come ieri, cosa e con quali metodi si pesca? Come si allevano pesci e molluschi? Quali altri usi hanno questi ultimi, oltre a quello alimentare? Come è cambiata l’alimentazione basata sui prodotti del pescato? Qual è la valenza simbolica degli organismi marini? Com’è il mestiere del pescatore? Molte sono le domande a cui le varie testimonianze presentate nella mostra contribuiscono a dare risposta.
L’obiettivo è quello di valorizzare e far conoscere al pubblico un aspetto importante dell’economia del territorio altoadriatico approfondendo tutte le sue molteplici espressioni, implicazioni, prassi, saperi e seguendone le trasformazioni avvenute dall’antichità ai giorni nostri tra tradizione e innovazione.
L’esposizione, a cura di Paola Maggi, Renata Merlatti e Gabriella Petrucci, è stata realizzata grazie alla collaborazione del Comune di Grado, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, della Direzione Regionale Musei del Friuli Venezia Giulia, della Soprintendenza Archivistica del Friuli Venezia Giulia, del Comune di Marano Lagunare e di numerosi enti museali della regione e della Slovenia che hanno prestato beni – per lo più inediti – provenienti dalle loro collezioni: il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, il Museo Nazionale di Archeologia Subacquea di Grado, il Civico Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste, il Civico Museo del Mare di Trieste, il Museo del mare “Sergej Mašera” di Pirano, lo Slovenski Etnografski Muzej di Lubiana, il Museo della Pesca del Litorale triestino di Santa Croce (TS), il Museo Archeologico della Laguna di Marano, l’Antiquarium della villa romana di Ronchi dei Legionari, l’Associazione Archeosub di Marano.
Siamo felici di presentarvi il nuovo sito del MuLa | Museo Archeologico della Laguna di Marano, da noi realizzato a seguito dell’intesa sottoscritta con il Comune di Marano Lagunare con la finalità di valorizzare il patrimonio archeologico e storico relativo all’area lagunare più occidentale del Friuli Venezia Giulia.
Il Museo Archeologico della Laguna di Marano è un piccolo scrigno di testimonianze archeologiche che, nel corso del tempo, si è via via organizzato sempre meglio per farle conoscere ad un’amplia platea di pubblico.
L’associazione culturale Lacus Timavi ha iniziato la sua collaborazione col Museo nel 2018, con il ciclo d’incontri denominato ‘Il Senso della Scoperta‘, volto a far conoscere quanto il mare abbia restituito e continui ancora a custodire, tratteggiando una panoramica completa ed avvincente sull’archeologia locale.
Oggi, questa collaborazione si arricchisce di un nuovo strumento, grazie al quale il racconto sarà approfondito e si veicoleranno ulteriori, nuove iniziative atte a far conoscere il territorio di Marano Lagunare, le sue ricchezze paesaggistiche e la sua storia.
Buona..navigazione!
Il progetto è realizzato con la supervisione di Paola Maggi, conservatrice del Museo Archeologico della Laguna di Marano e con la collaborazione del Club per l’UNESCO di Udine.
Qui sotto sono riportati gli orari in vigore sino al 13 settembre 2020. LUNEDÌ | chiuso MARTEDÌ | 09.00 – 12.30 MERCOLEDÌ | 15.00 – 19.00 GIOVEDÌ | chiuso
VENERDÌ | 09.00 – 12.30 SABATO | 15.00 – 18.30 e 20.00 – 22.00 DOMENICA E FESTIVI | 15 – 18.30
Le visite guidate gratuite sono previste ogni ultima domenica del mese, solo su prenotazione al numero (+39) 348 784 97 38.
Visite fuori orario sono possibili per gruppi o scolaresche previa richiesta da inoltrare via e-mail almeno una settimana prima della data prescelta, all’indirizzo museolaguna@comune.maranolagunare.ud.it
In occasione dell’importante Festa Triennale che si terrà a Marano Lagunare dal 9 al 18 agosto 2019, il Museo Archeologico della Laguna di Marano ospiterà la mostra “La memoria ritrovata.Archivio storico di Marano: identità di una Comunità singolare“. La mostra presenta per la prima volta al pubblico preziosi documenti che rivelano le consuetudini, i bisogni e le caratteristiche della Comunità maranese fra la metà del Quattrocento e la fine del Settecento. Sono lo specchio che riflette l’identità di una comunità davvero singolare, con tutte le sue peculiarità e contraddizioni e con quel suo essere, da sempre, come sospesa tra Venezia e il Friuli. Tra i documenti esposti si possono ammirare lo Statuto, fondamento di ogni comunità, e una lettera settecentesca su pergamena con l’originario sigillo in piombo del doge di Venezia Giovanni II Corner.
L’esposizione sarà inaugurata venerdì 9 agosto alle ore 19:30 presso la sede del Museo e rimarrà aperta sino al 15 settembre 2019.
Sono previste anche due aperture straordinarie serali mercoledì 14 e sabato 17 agosto (orario 19.30-22.00), in cui saranno effettuate visite guidate alle ore 19.30 e 21.00.
Nel 2001, al largo di Punta Tagliamento, il peschereccio Albatros di Marano “pescò” un cannone di ferro ricoperto da concrezioni. Così ebbe inizio un’importantissima avventura archeologica: l’indagine del relitto Mercurio, il brigantino della flotta italo-francese di Napoleone colato a picco nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 1812 sotto i colpi di artiglieria di navi della marina inglese. Un caso eccezionale, in cui l’archeologia ci svela lo scenario di un preciso evento della macrostoria.
Questa incredibile scoperta operata dai pescatori maranesi, che ci verrà raccontata da Carlo Beltrame, stimola una riflessione. Le nostre lagune e il nostro mare sono ricchi di storia e di archeologia. Spesso i pescatori e gli operatori del mare si imbattono in oggetti del passato che giacciono sui fondali da secoli o millenni. Ha senso recuperarli? Perché? E, nel caso, come fare e chi avvisare? Quali sono le buone pratiche da seguire? Che effetti potrebbe avere la scoperta?
A queste e ad altre domande si cercherà di dare a risposta nell’evento a seguire, dedicato ad una conversazione sul tema “Azioni e buone pratiche per il recupero e la salvaguardia dei beni archeologici sommersi”, in cui interverranno i rappresentanti dei principali enti e istituzioni coinvolti nella ricerca, tutela e valorizzazione dei beni archeologici. Un dibattito aperto a tutti, in particolare a chi vive e opera quotidianamente in mare.
Ore 17.00 | La storia dalle reti. Lo studio del relitto di età napoleonica Mercurio
Carlo Beltrame (Università Ca’ Foscari Venezia)
.
Ore 18.00 | “Pescare” il passato
Conversazione sul tema “Azioni e buone pratiche per il recupero e la salvaguardia dei beni archeologici sommersi”.
Il relitto di una nave romana venuto alla luce nel 1972 nell’area del Lisert presso Monfalcone rappresenta il segno di un paesaggio lagunare perduto, ubicato presso le foci del fiume Timavo e punteggiato da ville con porticcioli e approdi, e al contempo è la testimonianza di antiche tecniche di costruzione navale.
Prendendo spunto da questa scoperta, l’archeologa Valentina Degrassi ci introdurrà alla conoscenza del Lacus Timavi e – facendo “parlare” le fonti letterarie, la cartografia storica e i dati archeologici – ricostruirà un antico paesaggio affascinante, oggi completamente cancellato, in un territorio ora invaso dalla zona industriale di Monfalcone.
Gilberto Penzo, esperto di costruzione navale, proporrà poi una carrellata attraverso i secoli sulla carpenteria e architettura navale nell’alto Adriatico, che dai fabri navales romani ci porterà agli squerarioli contemporanei, e dalla costruzione a guscio a quella a scheletro.
A questo link, una magnifica carrellata di foto sull’imbarcazione romana di Monfalcone, realizzate da Flavio Snidero. A questo link, l’antico sistema portuale del Timavo.
Evento organizzato in collaborazione con l’associazione culturale Lacus Timavi di Monfalcone e patrocinato dal Club per l’UNESCO di Udine.
“All’improvviso ci apparve quella che sembrava un’antica stanza in mezzo alla laguna…”
Ascolteremo da Maria Teresa Corso, che le visse da protagonista, il racconto delle prime pionieristiche esplorazioni fatte dai sub maranesi nella laguna di Marano, nello spazio di mare antistante ad essa e nel fiume Stella, l’Anaxum citato da Plinio.
Queste scoperte portarono all’individuazione di importanti giacimenti archeologici sommersi, molti dei quali sono ora valorizzati nel Museo della Laguna di Marano…
Secondo appuntamento: Sabato 7 aprile, ore 17.00
Alle origini del Museo di Marano.
Le scoperte archeologiche del gruppo Archeosub
Maria Teresa Corso (Archeosub Marano Lagunare)
.
Museo Archeologico della Laguna di Marano – INGRESSO LIBERO
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