All’interno delle terme, di norma si seguiva un itinerario fisso.
Sulla pianta delle Terme di Caracalla esso è così ricostruito: dall’ingresso si passava nello spogliatoio, con annesso guardaroba, da cui poi si accedeva poi alla palestra scoperta, dove ci si ungeva e si facevano esercizi fisici.
Si guadagnava quindi una serie di sale più piccole, una delle quali era il bagno turco (laconicum), dove si sudava abbondantemente. Quindi si arrivava alla grande vasca circolare con acqua calda (calidarium). Di qui si passava in un ambiente di dimensioni più contenute, con piccole vasche d’acqua tiepida (tepidarium) e infine nella grande ‘hall’, lussuosamente decorata e non riscaldata (frigidarium).
L’itinerario terminava con un tuffo nella piscina scoperta (natatio).
Sotto il livello del suolo c’era un’estesa rete di ambienti di servizio, ove erano collocati i forni che scaldavano contemporaneamente l’acqua delle piscine e l’aria che circolava nelle intercapedini sotto i pavimenti (hipocausta) e nelle condutture dietro le pareti (concamerationes). Attorno al corpo centrale, all’interno del recinto, c’erano giardini, portici, biblioteche, sale per conferenze e spettacoli.
Alle terme si andava, dunque, anche per passeggiare, discutere di affari o di filosofia, per una semplice chiacchera o per ammirare le opere d’arte che vi erano esposte e che ne facevano dei veri e propri musei.
Non mancavano, naturalmente, le tavole calde per rapide consumazioni.
In foto: stratificazioni di passato e futuro nei sotterranei delle terme romane di Monfalcone.